giovedì 28 maggio 2009

Monica Vitti

Sotto suggerimento di un amico...

Elegante, intensa e allo stesso tempo distante, Monica Vitti è una delle grandi attrici del cinema italiano. La sua innata verve l'ha accompagnata per ben quarant'anni di carriera, in cui ha spaziato con stile e talento da ruoli drammatici ad altri più brillanti.

Nel 1953 si diploma all'Accademia d'Arte Drammatica Silvio D'Amico e intraprende una breve ma formativa gavetta teatrale, in cui dà prova della sua versatilità recitando in Shakespeare e Molière. Al cinema, dopo qualche breve apparizione in alcune pellicole comiche, viene notata dal regista Michelangelo Antonioni - con il quale intreccia una relazione artistica e sentimentale - che ne fa la sua musa e la protagonista nella sua celeberrima tetralogia cosiddetta dell' "incomunicabilità": L'avventura (1960), La notte (1961), L'eclisse (1962) e Deserto rosso (1964).

Lavora, anche se saltuariamente, come doppiatrice: è la voce del personaggio Ascenza nel film Accattone di Pasolini; di Rossana Rory ne I soliti ignoti di Monicelli e di Dorian Gray nel film Il grido di Antonioni.

È Mario Monicelli a metterne in risalto la verve di attrice comica, dirigendola nella commedia La ragazza con la pistola (1968), dove Monica interpreta una ragazza siciliana che insegue per il mondo l'uomo che l'ha "disonorata" con l'intento di vendicarsi. Il suo talento brillante si conferma nel successivo Dramma della gelosia - Tutti i particolari in cronaca (1970) di Ettore Scola, accanto a Marcello Mastroianni.

Lungo tutti gli anni '70 sarà protagonista di numerose pellicole del filone della commedia all'italiana, ma nel frattempo anche all'estero si accorgono di lei e molti registi di prestigio la vogliono sul set: Miklós Jancsó in La pacifista (1971), Luis Buñuel in Il fantasma della libertà (Le fantôme de la liberté) (1974) e André Cayatte in Ragione di stato (La raison d'état) (1978). Nello stesso anno recita per la televisione nella commedia Il cilindro, di Eduardo De Filippo: sul palcoscenico appare al suo fianco anche un giovane ed esordiente Vincenzo Salemme.

Nel 1980 è di nuovo protagonista per Antonioni in Il mistero di Oberwald, un lavoro sperimentale che il regista gira servendosi delle allora emergenti tecniche elettroniche di ripresa video. Sempre negli anni '80 continua a dividersi tra il cinema (gira con l'esordiente Roberto Russo Flirt - per il quale riceve il premio dell'attrice al Festival di Berlino del 1984 - e Francesca è mia del 1986, film da lei anche sceneggiati) e il teatro (La strana coppia, 1987; Prima pagina, 1988). Viene insignita di numerosi premi - in tutto vincerà tre Nastri d'argento e cinque David di Donatello.

Dopo aver debuttato anche nella regia col film Scandalo segreto (1990), da lei anche scritto e interpretato, nel 1993 l'attrice affida la sua vita alla penna, scrivendo un'autobiografia dal titolo Sette sottane, seguita due anni dopo da Il letto è una rosa.

Dal 1994 al 1996 è nel cast della trasmissione di Rai Uno Domenica In.

Nel 1995 riceve a Venezia il Leone d'oro alla carriera.

Sentimentalmente ha avuto tre lunghe e importanti storie d'amore: la prima con il regista Michelangelo Antonioni, poi con il direttore della fotografia Carlo Di Palma (che l'ha anche diretta in tre film a metà anni Settanta) ed infine con il fotografo di scena Roberto Russo, che ha sposato nel 2000 in Campidoglio, prima di annullare tutte le sue apparizioni pubbliche a causa del morbo di Alzheimer che l'aveva colpita.

In alcuni suoi film opera quale sua controfigura una ancora sconosciuta Fiorella Mannoia, cantante che molti non sanno provenire da una famiglia di stunt-man.
Nel 1988 il prestigioso quotidiano francese Le Monde commette una clamorosa svista pubblicando la notizia della sua morte. L'attrice, con grande eleganza e senso dell'umorismo, si limita a smentire la notizia, ringraziando i responsabili della gaffe per averle allungato la vita.
Sempre nel 1988 è protagonista per il video della canzone di Mina "Ma chi é quello lì".




Nessun commento:

Posta un commento